Blockchain e Distributed Ledger: in Italia investimenti da 30 milioni di euro, è il momento di lavorare su tecnologie mature e applicazioni concrete

30 milioni di euro, a tanto ammonta la quota di investimenti in Blockchain e Distributed Ledger dell’Italia nel 2019. Tanti gli ostacoli: mancano conoscenza, consapevolezza e risorse. Il numero di tecnologie mature e applicazioni concrete è esiguo. Lo confermano i dati elaborati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano in un’analisi sugli sviluppi e le potenzialità del settore. 

Nell’incessante corsa verso l’innovazione che, nel 2019, ha visto impegnate grandi aziende e PMI, gli investimenti in Blockchain e Distributed Ledger si sono moltiplicati confermando la loro importanza strategica. Il numero di progetti è raddoppiato ma le tecnologie pienamente mature sono ancora esigue.

A rendere conto dello stato dell’arte delle tecnologie Blockchain in Italia, una ricerca condotta dall‘Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano. 

La Blockchain e le Distributed Ledger

La blockchain – letteralmente “catena di blocchi” – è una struttura dati condivisa e immutabile. Si tratta di un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto il suo contenuto, una volta scritto, non è più né modificabile né eliminabile, a meno che non si invalidi l’intera struttura.

Le tecnologie Blockchain appartengono alla più ampia famiglia delle Distributed Ledger, sistemi basati su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Non è richiesto che i nodi coinvolti conoscano l’identità reciproca o si fidino l’un l’altro. Infatti, l’aggiunta di un nuovo blocco è globalmente regolata da un protocollo condiviso al fine di garantire la coerenza tra le varie copie. Una volta autorizzata l’aggiunta del nuovo blocco, ogni nodo aggiorna la propria copia privata: la natura stessa della struttura dati garantisce l’assenza di una sua manipolazione futura.

I sistemi sviluppati con le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger sono caratterizzati da: digitalizzazione dei dati, decentralizzazione, disintermediazione, tracciabilità dei trasferimenti, trasparenza/verificabilità, immutabilità del registro e programmabilità dei trasferimenti.

È in ragione degli elementi che la caratterizzano che autorità riconosciute e regolamentate, quali pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, intermediari di pagamento – considerano la Blockchain una valida opzione in termini di sicurezza, affidabilità, trasparenza e costi.

I dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano 

Ammonta a 488 il numero di progetti sulla Blockchain avviati nel 2019 nel mondo e a 1.045 la quota di quelli intrapresi negli ultimi 4 anni. Dei progetti 2019, solo 158 risultano implementativi – 47 operativi e gli altri sperimentazioni o proof of concept – i restanti 330 sono solo annunci. Questi i dati resi noti dall’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano che, se da un lato evidenziano un’importante crescita del settore, dall’altro fanno emergere  la mancanza di maturità dei progetti.

A far ricorso alle tecnologie legate alla Blockchain, anzitutto, le aziende del settore finanziario, seguite da Pubbliche Amministrazioni, agro-alimentare e logistica. Le attività in cui trova maggior applicazione, sono:gestione dei pagamenti, gestione dei documenti e supply chain.  Nel 65% dei casi, le aziende hanno deciso di applicare questo tipo di tecnologie a nuove piattaforme piuttosto che a quelle già esistenti.

La Blockchain e le Distributed Ledger in Italia e nel mondo

A dominare la classifica dei Paesi più attivi sul fronte Blockchain e Distributed Ledger, sono gli Stati Uniti con 53 casi censiti. Seguono la Corea del Sud, con 31, e la Cina con 29.

Considerevole anche il livello di diffusione di questo tipo di tecnologie in Italia che, dopo il Regno Unito, vanta il giro d’affari più grande in Europa. Il valore degli investimenti del nostro Paese ha infatti raggiunto i 30 milioni di euro, con un incremento del +100% rispetto al 2018 (15 milioni di euro).

In Italia, più del 40% della spesa è concentrato nella finanza e nelle assicurazioni. Importanti investimenti si registrano anche nell’ambito di supply chain e tracciabilità del prodotto, in particolare nell’agro-alimentare che, da solo, vale il 30% degli investimenti. Consistente anche la spesa da parte della Pubblica Amministrazione.

I dati in crescita testimoniano che aziende, pubbliche amministrazioni, istituzioni, così come big tech, PMI e startup guardano con fervente interesse alle tecnologie di Blockchain. Eppure le applicazioni e il numero di progetti in Italia e nel mondo, risultano ancora limitati.

Del resto ci troviamo di fronte ad un mercato che, ad oggi, più che concentrarsi sullo sviluppo di applicazioni e progetti, si è dedicato alla costruzione di nuove piattaforme che necessitano di mesi o anni per passare al progetto operativo.

Limiti importanti sono poi da rintracciare nella mancanza di consapevolezza sulle potenzialità e i benefici di Blockchain e Distributed Ledger, da parte delle imprese di casa nostra. A conoscere queste tecnologie e le loro possibili applicazioni, sono solo il 37% delle grandi aziende e il 20% delle piccole e medie imprese.

Indicativo del ritardo, l’esiguo numero di progetti avviati dalle imprese. Stando ai dati, ha intrapreso progetti connessi alla Blockchain, solo il 2% delle grandi aziende e l’1% delle piccole. Numeri che non sorprendono se si pensa, da un lato, alla mancanza di fiducia nelle tecnologie e, dall’altro, alle scarse conoscenze, competenze e risorse sulla gestione dei progetti al alta complessità. A credere nel potenziale innovativo di Blockchain e Distributed Ledger, infatti, è appena il 12% delle grandi e il 3% delle PMI del Paese.

Le prime esperienze in Italia e i principali benefici 

Interessanti gli spunti emersi da un’indagine condotta dall’Osservatorio su 75 grandi aziende italiane che hanno già avuto qualche esperienza nell’utilizzo di questo tipo di tecnologie. Nello specifico, risulta che:

  • Il 53% delle aziende intervistate, grazie a Blockchain e Distributed Ledger ha sviluppato una visione strategica;
  • Solo il  9% ha già definito persone e risorse economiche;
  • Il 45% ha attivato sperimentazioni o progetti operativi;
  • Il 55% non ha ancora realizzato nulla soprattutto a causa delle difficoltà a individuare i benefici, sviluppare delle competenze e allocare risorse.

Tra i principali benefici riscontrati dalle aziende già impegnate in progetti attivi, si elencano: il miglioramento del rapporto con partner e fornitori; la riduzione di frodi e della manipolazioni dei dati; una migliore riconciliazione di dati e pagamenti; una maggior fiducia da parte dei clienti; l’automatizzazione dei processi.

Nell’avvio dei progetti di Blockchain e Distributed Ledger risulta fondamentale il ruolo del top management, principale promotore delle sperimentazioni nel 69% dei casi.

Il futuro

Affinché Blockchain e Distributed Ledger possano dispiegare la loro portata rivoluzionaria, risulta necessario intervenire sul contesto regolamentale, ad oggi frammentato e poco uniforme. Occorre poi lavorare sullo sviluppo e il consolidamento delle piattaforme, anche attraverso la razionalizzazione di quelle già esistenti. Bisogna infine creare nuove applicazioni, concentrandosi in particolar modo su quelle in grado di creare benefici concreti e reali.

Tra le iniziative portate avanti dalle istituzioni pubbliche per accelerare la diffusione di tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, è da segnalare la European Blockchain Service Infrastructure (EBSI), un’infrastruttura sostenuta da 28 paesi UE per supportare applicazioni nella notarizzazione, nella gestione dei titoli di studio, nella Self Sovereign Identity (creare e controllare la propria identità in modo più flessibile, autonomo ed interoperabile) e nella condivisione affidabile di dati.