Ricerca e Innovazione ICT: in Italia investimenti per 2,6 miliardi di euro, cifra in aumento ma sotto la media europea

Gli investimenti in Ricerca e Innovazione nel settore ICt crescono, ma non abbastanza per consentire all’Italia di raggiungere la leadership tecnologica e essere competitiva  in Europa. Secondo i dati contenuti nel primo rapporto Anitec-Assinform sull’R&S in Italia, le imprese Ict investono 2,6 miliardi di euro nel settore, un numero in crescita rispetto al 2017 ma ancora lontano dal potenziale del Paese.

Rispetto al 2017, gli investimenti in R&S&I digitale (nel settore ICT) sono in aumento, attraggono risorse dall’estero, ma sono ancora di molto inferiori al potenziale del nostro Paese e pesano sul PIL poco più della metà della media UE. Per guadagnare leadership tecnologica ed essere competitivi con gli altri paesi, serve più ambizione da parte delle imprese e del governo: servirà aumentare l’investimento in R&S&I nel settore ICT di almeno 3,5 miliardi e gli stanziamenti pubblici per attività di R&S in ambito ICT (nel settore ICT e negli altri settori) di quasi mezzo miliardo nei prossimi tre anni oltre a inserire almeno 6.500 ricercatori in più. Anche il procurement pubblico innovativo può sostenere la R&S&I, con 400 milioni di euro annui, incrementali o da riallocazione di spesa ordinaria.

In Italia, le imprese dell’Information & Communication Technology investono (anno 2018) 2,6 miliardi di euro in Ricerca e Innovazione (R&I). Si tratta di un dato in crescita ma è ancora di molto sotto la media europea. E anche se il dato 2019 confermerà il trend positivo, per il 2020 rischiano di pesare gli effetti della crisi sanitaria. Sono i dati del 1 Rapporto sulla Ricerca e Innovazione ICT in Italia, realizzato da Anitec-Assinform – l’Associazione per l’Information and Comunication Technology (ICT) di Confindustria, in collaborazione con APRE, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea.

La spesa R&S&I ICT è sempre più trainata dal software e dai servizi

Secondo lo studio, con un investimento complessivo in R&S&I di 2,6 miliardi di euro nel 2018 (+6,4% sul 2017), il settore ICT ha confermato tutto il suo peso sulla spesa complessiva in R&S&I delle imprese in Italia.

All’interno del settore ICT e nel 2018, per la prima volta almeno la metà della spesa in R&S&I è stata sostenuta dalle imprese di software e servizi IT (informatica) con una crescita netta del 10% dell’investimento. Sono cresciuti anche, ma meno che in passato, gli investimenti in R&S&I delle aziende di produzione di computer e apparati (+ 4,8%), mentre sono risultati sostanzialmente statici quelli dei servizi di telecomunicazione (+0,3%).

La R&S&I ICT in Italia attrae investimenti dall’estero, ma è ancora inferiore al potenziale

La quota maggiore della spesa complessiva in R&S&I ICT (86% nel 2018) in Italia è stata autofinanziata dalle stesse imprese ICT, che confermano anche come il comparto sia in grado di attrarre capitali dall’estero per la R&S&I più che in altri settori.

I valori espressi dagli investimenti in R&S&I delle imprese ICT allocate in Italia sono ancora solo il 12% del totale dei finanziamenti internazionali alla R&S&I e presentano valori e proporzioni inferiori (0,15% rispetto al PIL) a quelli raggiunti in Germania e nella UE (0,21% e 0,22% rispettivamente). Lo shock economico conseguente all’emergenza Covid-19 rischia di rallentare il ricupero e di aggravare il gap con gli altri paesi guida.

Capitale Umano per la R&S&I ICT da rafforzare. Trainano le imprese.

Nonostante i progressi, l’Italia ha ancora un numero di ricercatori proporzionalmente inferiore a quelli dei principali partner scientifici, tecnologici e commerciali, e con un’età media più elevata di quella degli occupati.  È l’effetto di scelte passate che ha portato, fra l’altro, a una diminuzione dei finanziamenti per i dottorati di ricerca.

Il personale R&S&I e i ricercatori in unità nelle imprese del settore ICT sono aumentati nel 2018 del 13,1% e del 20,6% rispettivamente. In ETP l’aumento è stato del 9,8% e del 19,2%. La crescita più elevata è stata nelle aziende di software e servizi IT, mentre si è registrata una contrazione nei servizi di telecomunicazione.

Fondi pubblici per la R&S&I ICT. In netto aumento, ma ancora troppo limitati

Un aumento significativo nel 2018 ha portato lo stanziamento pubblico nazionale a favore dell’ICT a 801,7 milioni di euro (+26,7% sul 2017), di cui 403 alle imprese del settore ICT (+37,1%) e 398,7 (+17,6%) agli altri settori dell’economia.  Gli incrementi sono superiori a quelli di Germania, Francia, UE e Stati Uniti. In valore assoluto, l’allocazione dei fondi pubblici alla R&S&I ICT sembrerebbe anche superiore a quella della Francia, dove però maggiore è il ricorso agli incentivi fiscali alla ricerca (credito d’imposta) in aggiunta al finanziamento diretto.

La dinamica sostenuta degli stanziamenti per R&S&I ICT nel periodo 2016-2018 ha portato il tasso di crescita medio annuo 2007-2018 della quota destinata al settore ICT al 5,5% (in linea con i requisiti dell’Agenda Digitale Europea), mentre quello ai settori non ICT (imprese utilizzatrici di ICT) è rimasto sostanzialmente stabile (TCMA -0,1%) raggiungendo il livello che aveva a inizio periodo attorno ai 400 milioni di euro, mentre in Germania è passato da circa 0,9 nel 2007 a 1,4 miliardi di euro nel 2018 (TCMA 2007-2018 del 3,9%) . Verosimilmente questo riflette il minore ricorso alle partnership pubblico-privato, più avanzate e diffuse negli altri paesi.

Nel complesso rimane il sottodimensionamento dei fondi stanziati in Italia con un rapporto tra stanziamento pubblico per R&S&I ICT e PIL pari allo 0,045% contro lo 0,054% in Germania. Per raggiungere l’intensità di finanziamento pubblico della R&S&I in attività ICT tedesca occorrerebbero almeno 160 milioni di euro in più l’anno.

Fonte: Anitec-Assinform