Covid-19: Ict, Media e TLC tra i settori produttivi più resilienti

I settori Ict, Media e TLC sembrano aver risentito poco degli effetti negativi del Covid-19 sia a livello economico che finanziario e commerciale. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Crif Pulse sulle conseguenze sul business dello scoppio dell’epidemia e del lockdown. Bene anche per farmaceutica, consulenza e professionisti e chimica.

Restrizioni limitate e possibilità di continuare a lavorare anche nel periodo del lockdown, hanno fatto si che Ict , Media e TLC si classificassero come i settori produttivi più resilienti alla crisi economica innescata dallo scoppio della pandemia Covid-19 e dalle misure di contenimento attuate dalla maggior parte dei governi mondiali.

Lo si legge nella rilevazione realizzata dall’Osservatorio Pulse sulle imprese Crif con l’obiettivo di analizzare in che modo il settore economico, finanziario e commerciale dei vari settori produttivi del Paese abbiano risentito delle conseguenze della crisi economica generata dallo scoppio dell’emergenza sanitaria; nonché quello di prevederne la capacità e la velocità di ripresa futura.

Quattro le categorie individuate per quantificare la capacità di ciascun settore di assorbire gli impatti della crisi: Top, Upper, Middle e Bottom. Dall’analisi emerge che, se la categoria dei Top – l’insieme dei comparti che hanno mostrato una sostanziale tenuta rispetto agli effetti del Covid-19 – vede la presenza di appena il 15% delle imprese campione; la categoria Bottom – l’insieme dei settori più colpiti dalla crisi – ne conta il 28%.

Tabella settori  – Fonte: CRIF su dati CRIBIS
I settori TOP

Ict, Media e Tlc, insieme a Farmaceutica, Chimica e Consulenza, figurano tra i settori che meglio stanno resistendo agli effetti negativi esercitati dal Covid-19 sul business delle attività produttive. La resilienza di questi comparti è legata, in particolare, alla possibilità di continuare a lavorare in modalità smart working nonostante il lockdown, o alla loro natura di attività essenziali; a una domanda crescente; al mantenimento di volumi di produzione; alla stabilità del credito; ad una regolare operatività sotto il profilo commerciale.

Per questi settori, secondo le previsioni CRIF, nel 2020 sono previsti livelli di fatturato e redditività superiori ai dati del 2019.

I settori Upper

Si classificano come Upper i settori poco interessai dagli impatti negativi delle limitazioni legate al lockdown, in quanto indicati come settori essenziali. La categoria ha inoltre giovato di una domanda resiliente e di una migliore capacità di assorbimento degli impatti negativi di breve periodo. Si tratta, nello specifico, di Trasporti e logistica, Alimentari, bevande e tabacco e Elettronica. La classe degli Upper si differenzia da quella dei TOP per un profilo creditizio e commerciale leggermente più sensibile.

I settori Middle

Appartengono a questa categoria i settori che, rispetto alle precedenti categorie, hanno risentito in modo più importante dalle restrizioni derivanti dal lockdown. Si tratta, nello specifico, di Commercio al dettaglio, Tessile e abbigliamento e Meccanica strumentale, comparti tra l’altro strettamente dipendenti dall’andamento della domanda estera.

I settori Bottom 

A risentire in modo più netto degli effetti negativi del Covid-19, sono settori quali Turismo/tempo libero, Commercio di autoveicoli, Mining/oil&gas, Ingegneria civile e costruzioni, Meccanica/mezzi di trasporto e Prodotti metallici,  tutti caratterizzati dal totale blocco dell’attività nel periodo del lockdown e da difficoltà nella fase di ripartenza legata a una domanda sempre più debole.

Secondo le previsioni, il settore del Turismo e Tempo Libero riuscirà a recuperare solo parzialmente il calo del 2020, analogamente a quanto previsto per Commercio di Autoveicoli e Mining/Oil & Gas.