Startup, Italia da record: 592 milioni di investimenti, nono posto in Europa per venture capital e crowdfunding alle stelle

592 milioni di investimenti in startup in nove mesi, le neo-imprese innovative made in Italy crescono a vista d’occhio attirando capitali da tutto il mondo. Il crowdfunding vola, tocca quota 44 milioni e supera il totale del 2018. In Europa, Regno Unito e Germania guidano gli investimenti in venture capital, ma l’Italia – al nono posto – si difende bene. Numerosi i round milionari.

In Italia è boom di investimenti in startup. L’entusiasmo verso le decine di neo-imprese innovative che negli ultimi anni si moltiplicano da Nord a Sud dello stivale, cresce a dismisura tanto che nei primi nove mesi del 2019, gli investimenti in startup italiane o fondate da imprenditori italiani hanno toccato quota 529 milioni. Una cifra importante che, non solo fa registrare un +92% rispetto allo stesso periodo del 2018 ma, addirittura, va a superare il totale raggiunto nel 2018 pari ad un ammontare di circa 560 milioni.

Il totale dei capitali investiti fa riferimento a 63 round (di cui 43 relativi al primo luglio scorso) e a tutte le operazioni di crowdfunding che ad oggi, con 44 milioni di euro raggiunti fanno registrare un +72% rispetto allo stesso periodo del 2018 e che a luglio avevano già raggiunto i 24 milioni. Si tratta di un record assoluto in Italia. A fine 2018, infatti, la raccolta complessiva era arrivata a più di 36 milioni di euro.

Una crescita, quella della quota di capitali investiti in startup, che non accenna a rallentare fin dal 2015. Breve battuta d’arresto solo nel 2017, subito seguita da un’importante ripresa.Andamento positivo anche per il crowdfunding: la raccolta del 2016 si era fermata a 4,5 milioni di euro; nel 2017 il valore era più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, arrivando a 11,7 milioni.

L’ottima performance italiana – come indicato dall’ultimo report di dealroom – è confermata dal nono posto occupato dall’Italia in Europa per venture capital. In testa il Regno Unito, seguito da una Germania che cresce a vista d’occhio e dalla Francia. Va segnalato che non tutte le operazioni italiane sono state censite, a causa della cattiva abitudine delle neo- imprese innovative nostrane di comunicare poco in inglese.

Numerosi i round milionari fatti registrare dall’inizio dell’anno dalle startup made in Italy:

  • La biotech Philogen – azienda toscana specializzata nello sviluppo di biofarmaci innovativi per il trattamento dei disturbi legati all’angiogenesi, come il cancro e l’artrite reumatoide – ha fatto registrare un aumento di capitale da 62 milioni di euro.
  • Soldo, startup che opera in ambito fintech proponendo soluzioni di gestione delle spese aziendali, ha chiuso un finanziamento da 61 milioni di dollari (55 milioni di euro).
  • Talent Garden – la più grande piattaforma europea di spazi di coworking e formazione per l’innovazione digitale, nata in Italia nel 2011 e guidata dal CEO e founder Davide Dattoli –  ha chiuso con un aumento di capitale da 44 milioni. I fondi verranno impiegati per la crescita in Italia e in Europa.
  • Moneyfarm, servizio di gestione digitale del risparmio, con l’ingresso di Poste Italiane, datato a settembre, ha visto un aumento di capitale da 40 milioni. I nuovi fondi sono destinati all’accesso al Regno Unito e ai mercati tedeschi.
  • Brum Brum, l’e-commerce di auto usate, a febbraio ha visto un aumento di capitale da 20 milioni di euro. La quota in entrata verrà impiegata per  rafforzare la presenza sul mercato italiano e per porre le basi per l’espansione in Europa.
  • Genenta Science, biotech della terapia genica, si è aggiudicata un round da 13 milioni. I fondi raccolti verranno utilizzati per portare avanti le sperimentazioni di due prodotti per la cura del mieloma multiplo e del glioblastoma.