Startup Hi-tech 2019: investimenti in crescita, raccolti 694 milioni. Trainano gli attori privati e quelli internazionali

649 milioni di euro, a tanto ammonta il totale raccolto dalle startup hi-tech italiane nel 2019. Dati positivi che, se da un lato evidenziano una crescita di 100 milioni sul 2018, dall’altro ne mostrano un rallentamento. Trainano gli investimenti privati, crescono quelli internazionali, si mantengono stabili quelli Corporate. È quanto emerge dall’Osservatorio Hi-tech 2019 promosso da Politecnico di Milano e Startup Italia.

Nel 2019, le startup hi-tech italiane hanno raccolto 694 milioni di euro, superando di circa 100 milioni l’ammontare del capitale raggiunto nel 2018. È quanto riportato dall’Osservatorio Startup Hi-tech – già giunto alla sua sesta edizione – promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Italia Startup.

La performance del 2019 appare lontana dai risultati eccezionali raggiunti nel 2018, anno in cui il capitale a sostegno dell’ecosistema innovativo italiano è arrivato addirittura a duplicarsi in soli dodici mesi. Il rallentamento della crescita registratosi nel 2019 ha fatto così sfumare il traguardo del miliardo di euro di finanziamento, già  raggiunto da ecosistemi europei più maturi quali Francia e Germania. Le cifre ottenute rimangono comunque di tutto rispetto: il valore complessivo investito in Equity di startup hi-tech nel 2019 si avvicina ai 700 milioni di euro (+17%).

  • Gli investimenti in startup h-tech

Stando ai dati, la principale fonte di finanziamento è rappresentata, per il 36%, da attori informali – tra cui, venture incubator, family office e club deal. Per ora la crescita sembra contenuta: +12% in un anno, passando da 192 milioni del 2018 ai 215 milioni del 2019. Ma, l’esplosione di questo tipo di investimenti sembra essere solo questione di tempo: i ritardi del Fondo Nazionale Innovazione (FNI) da 1 miliardo di euro, solo recentemente concretizzato, e i 1,6 miliardi di euro allocati dallo European Investment Fund (EIF) all’ecosistema italiano, negli ultimi cinque anni, hanno generato un forte  clima di attesa.

Seguono gli investimenti da parte di attori internazionali che, ad oggi, rappresentano il 33% del capitale a disposizione delle startup hi-tech italiane (+8% sul 2018), per un valore di 231 milioni di euro (a fronte dei 213 del 2018). Un segno, questo, di come l’ecosistema innovativo del Paese sia sempre più in grado di attirare investimenti esteri in modo sistematico e continuo. Primo, tra i player esteri, L’Europa (46,4%). Seguono: USA (41%), Cina (11,6%), Giappone (0,55%)e Taiwan 80,49%).

Scenario nettamente diverso da quello presentatosi nel 2018, anno in cui, a rappresentare il principale investitore nell’ecosistema innovativo italiano, erano gli Stati Uniti (72,73%), seguiti, a lunga distanza, da Europa (23,36%), Cina (3,77%), Brasile (0,06%). Si notano, in particolare, la crescita dell’incidenza degli investimenti da paesi asiatici e paesi europei, e la significativa contrazione degli investimenti da USA.

Solo in ultimo, i fondi provenienti da attori informali con un’incidenza del 31% sul totale e un valore di 215 milioni. Si tratta, nello specifico di: fondi di venture capital indipendenti, corporate venture capital aziendali, governmental venture capital e finanziarie regionali. Da stimolare, la reattività del comparto Corporate: il capitale investito nel primo trimestre del 2019 è pari a 60 milioni di euro. Il dato è stabile rispetto allo scorso anno e caratterizzato da un numero limitato di grandi operazioni.

  • Stimoli per la crescita

Il promettente andamento degli investimenti dei privati sembra essere influenzato in modo importante dalle nuove introduzioni normative. A stimolare la reattività degli attori informali, anzitutto, i grossi incentivi promossi dal MISE e connessi al 40% di detrazione fiscale sugli investimenti in startup innovative. Grande input alla propensione degli investimenti, anche la crescente tendenza degli investitori informali ad organizzarsi in gruppi, spesso gestiti da organizzazioni di Equity Crowdfunding: la condivisione del rischio ne riduce l’entità e rafforza la fiducia nell’investimento. Nel 2019, questo tipo di investimenti, hanno fatto segnare quota 45 milioni, crescendo del 23% rispetto al 2018.

Tra i fattori più positivi nell’ambito dei progressi compiuti dall’ecosistema italiano, spicca l’aumento del taglio medio di investimenti. Le startup hi-tech italiane hanno da sempre risentito della difficoltà di rintracciare investimenti superiori ai 10 milioni di euro. Ad oggi, la tendenza sembra migliorare: se nel 2018,  il numero di round superiori a questa soglia si attestava a 12, oggi se ne contano 14. Ad incidere in modo significativo sulla positività della tendenza, il crescente livello di maturità raggiunto dalle startup hi-tech italiane, sempre più in grado si attrarre round di finanziamento dal livello “Series A” in avanti.