Equity crowdfunding 2019: in Italia è boom di investimenti online in startup e pmi

Equity crowdfunding in crescita. Nel 2019, le cifre della raccolta fondi online destinata a startup e imprese raddoppiano: sono oltre 82 i milioni raggiunti. Lo riporta il 4° Report italiano sul Crowdinvesting dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, sui numeri dell’equity, del lending e del real estate crowdfunding

Nei 12 mesi appena trascorsi si è assistito ad una conferma della crescita dei volumi di equity e di lending crowdfunding in Italia e all’arrivo di nuovi player sul mercato. Queste le evidenze emergenti dal quarto Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano. Oggetto dello studio è quel “sottoinsieme” del crowdfunding che consente a persone fisiche nonché a investitori istituzionali e professionali, di aderire a raccolte fondi da destinare ad un progetto imprenditoriale, attraverso l’utilizzo di una specifica piattaforma online. Generalmente, l’adesione avviene attraverso tre modalità di finanziamento: la concessione di un prestito (lending-based model), la sottoscrizione di quote del capitale di rischio della società (equity-based model) e l’acquisto di fatture (invoice trading model).

Il crowdinvesting e, più in generale, le varie forme di crowdfunding si stanno dimostrando una solida opportunità, non solo per le imprese che hanno necessità di fondi per far decollare la propria attività, ma anche per gli investitori desiderosi di guadagno.

Primo dato positivo degli ultimi 12 mesi, il raddoppio dell’equity crowdfunding che, al 30 giugno 2019, ha superato la soglia di 82 milioni di euro raccolti, a fronte dei 39 milioni di euro registrati nell’anno precedente. A trainarne l’aumento, due elementi in particolare: da un lato le raccolte milionarie (delle 16 campagne che hanno raggiunto almeno 1 milione di euro, 13 si sono chiuse proprio negli ultimi dodici mesi); dall’altro, il real estate che fa segnare un success rate del 100%. Nettamente positivi anche i numeri relativi al lending, arrivato a ben 435 milioni ( cifra doppia, rispetto all’anno precedente). Nel 2019, quindi, l’equity ha raccolto finanziamenti pari a 49 milioni di euro; il lending, 207 milioni. In merito a quest’ultima tipologia, guardando ai volumi di denaro raccolti, permangono distanze significative con gli altri Paesi Ue.

Al 30 giugno 2019, in Italia, si contavano: 35 portali (molti dei quali ancora inattivi); 401 campagne di raccolta fondi organizzate da 360 imprese differenti (di cui 170 solo negli ultimi dodici mesi); un tasso di successo del 75% nei primi sei mesi del 2019, contro una media del 71,7% dell’intero campione a partire dal 2014.

Il target di raccolta si aggira intorno ai 200mila euro. Nello specifico, per i progetti non immobiliari si registra un valore medio di 191.956 euro, che si abbassa a 664.231 per quelli immobiliari. In media, le imprese offrono il 10,4% del capitale in cambio.

Prima in classifica per capitale raccolto, la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd che, al 30 giugno, ha fatto registrare circa 22 milioni di euro. A seguire, Crowdfundme, che detiene il maggior numero di campagne pubblicate e una raccolta di 15 milioni; e Walliance (11,1 milioni) per l’immobiliare. In media, ciascuna campagna può contare sul sostegno di 85,6 investitori.

Ad attirare il maggior volume di finanziamenti, le startup innovative che, nell’ultimo anno, rappresentano il 72% dei casi. Tra le Regioni che hanno capitalizzato il maggior numero di investimenti, la Lombardia, il Lazio e L’Emilia Romagna, soprattutto rispetto  a startup operanti nei settori comunicazione e informazione. Alla base del lancio di una campagna di raccolta fondi da parte di startup e pmi: investimenti in marketing e brand (55%) e realizzazione della piattaforma ICT (33%).

Il mondo del crowdfunding sembra essere popolato quasi esclusivamente da figure maschili giovani. Un’analisi dei team degli emittenti mostra una media di 3 componenti e di 42 anni di età, e una presenza femminile del tutto irrilevante. Inoltre, il profilo dell’investitore tipo risponde ai requisiti maschio e di età media di 45 anni. L’importo medio investito da ciascun sottoscrittore è pari a 4.512 euro, ed è aumentato negli ultimi 12 mesi.

Prese in esame anche le possibilità di successo: alcune aziende crescono ma il profitto non è del tutto immediato e i progetti imprenditoriali in grado di superare i target previsti nel business plan risultano essere davvero poche. In ogni caso, negli ultimi 12 mesi, ci sono state sia le prime exit (principalmente sotto forma di acquisizioni o IPO) che i primi casi di write off.

Rispetto alla tipologia del Lending, al 30 giugno 2019, si contavano 6 piattaforme destinate a persone fisiche (consumer) e 7 alle imprese (business). Nell’ambito del consumer, prevalgono le piattaforme basate sul modello “diffuso” che prevede una suddivisione del denaro in tanti crediti diversificati; il settore business invece, sembra caratterizzarsi per un aumento della modalità di investimento diretto, in cui il finanziatore ha la possibilità di decidere in che modo allocare i prestiti. Inoltre, se da un lato, alcune piattaforme fanno affidamento a fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altri contano solo ed esclusivamente sulla garanzia pubblica del Fondo statale per le PMI.

Rispetto al prestito ai privati, Younited Credit si conferma leader con un totale di 220 milioni di euro erogati (107 negli ultimi 12 mesi). La somma totale è stata di 279,3 milioni di euro, di cui 122 milioni nell’ultimo anno(+40% rispetto al flusso dell’anno prima). Rispetto al mercato del business, i finanziamenti maggiori sono arrivati da Borsadelcredito.it, October e Prestacap. La somma totale dei finanziamenti raccolti è pari a 156 milioni di euro, di cui 84 milioni nell’ultimo anno, con un +48% rispetto al flusso precedente. Numerose le imprese che hanno fatto leva su investitori istituzionali con fondi di credito, cartolarizzazioni e accordi per moltiplicare le risorse a disposizione e scalare le attività.

A far registrare le migliori prestazioni, da giugno 2018 a quello 2019, il comparto del real estate crowdfunding, per cui, in Italia, si contano 6 piattaforme attive. Rispetto al mercato immobiliare, i progetti finanziati nell’ultimo anno sono stati 8 in ambito equity ( per un valore di 8,8 milioni di euro raccolti) e 30 in ambito lending (con un volume di 6,8 milioni), per un totale di 15,6 milioni di euro.