Energia e AI: gap di competenze e reticenza bloccano l’implementazione su larga scala

La rivoluzione AI è in corso e promette importanti benefici al comparto Energia, ma i manager stentano a mantenere il passo. Lo sostiene l’indagine “Intelligent Automation in Energy and Utilities: The next digital wave“, condotta dal Capgemini Research Institute: aziende indietro in fatto di competenze AI, avanti gli USA

Lintelligent automation ha tutte le carte in regola per dare una svolta al settore Energy and Utilities. Eppure, i dirigenti interessati sembrano sottovalutarne ampiamente il potenziale. Le trasformazioni tecnologiche e l’aumento della concorrenza hanno messo in crisi il modello di business tradizionale alla base delle aziende del settore. Avviare azioni di intelligent automation, significherebbe, anzitutto, poter godere di benefici rispetto alla pianificazione, al trading energetico, all’ottimizzazione del rendimento.

Eppure, stando a quanto emerso dall’indagine l’ “Intelligent Automation in Energy and Utilities: The next digital wave” – condotta dal Capgemini Research Institute su 529 dirigenti d’azienda del settore Energy and Utilities di Stati Uniti, Germania, India, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi e Svezia – solo il 18% delle aziende del settore Energy and Utilities sta implementando casi d’uso che permettano di godere di vantaggi immediati  e solo il 15% dei soggetti coinvolti nel sondaggio afferma che la propria azienda sta implementando casi d’uso su larga scala.

L’80% delle aziende non sta cogliendo i benefici più immediati dalle iniziative di intelligent automation. Tra gli aspetti maggiormente sottovalutati si segnalano: la riduzione dei costi, la soddisfazione della clientela e l’impatto sui ricavi. In più, nonostante l’adozione complessiva dell’Ia sia cresciuta in tutto il comparto, solo il 15% dei manager intervistati ha dichiarato che la propria azienda si è dedicata all’implementazione di casi d’uso di intelligent automation su vasta scala.

Ad impedire la scalabilità dell’Intelligent automation nel settore: la difficoltà di coordinare diverse unità di business (37%); lo scarso interesse e impegno da parte dei manager (35%); la reticenza a sperimentare questo nuovo tipo di teconologie (34%). Da segnalare, la mancanza di competenze. Si lamentano: carenza di qualifiche nel settore dell’automazione e difficoltà a trattenere nelle aziende italiane figure specializzare. Tra i dati negativi, anche la riluttanza mostrata dai dipendenti rispetto alla formazione e all’aggiornamento.

Nel complesso emerge una forte disparità sia in ambito regionale che settoriale. Gli USA  si classificano al primo posto per iniziative su vasta scala. Tra i settori in cui si registra un più ampio utilizzo di azioni di intelligent automation spicca l’oil and gas con un 20% di impiego.