Digital Italy 2019: luci e ombre sullo stato di salute dell’innovazione digitale nel Paese

L’innovazione digitale avanza a ritmi sempre più serrati, apportando notevoli trasformazioni. A che punto si trova l’Italia? Quanta strada è stata fatta e quanta ne rimane da fare? Facciamo il punto della situazione attraverso il Rapporto Digital Italy 2019 “Per il Governo dell’innovazione Digitale nel Paese”, elaborato da The Innovation Group

I passi compiuti dall’Italia sulla strada della digitalizzazione sono numerosi, ma non ancora sufficienti per poter riconoscere al Paese il titolo di “Smart Nation”. L’innovazione digitale avanza ma l’Italia stenta a mantenere il passo. La mancanza di fondi è da sempre indicata come la principale causa, eppure basta dare uno sguardo ai dati dell’Osservatorio Agenda Digitale del Polimi per accorgersi che c’è qualcosa che non quadra: secondo le stime, risultano non ancora impegnati ben 1,41 milioni di euro di fondi Pon e Por Europei 2014-2020.

L’Italia è di fatto fuori dal novero dei principali innovatori europei, bloccata in una condizione di stagnazione che ne inibisce la spinta innovativa. Lo mette ben in evidenza il Rapporto Digital Italy 2019 “Per il Governo dell’Innovazione Digitale nel Paese”, elaborato da The Innovation Group. Il lavoro ha un duplice obiettivo: da un lato, tenta di far luce sulle più interessanti esperienze di innovazione digitale messe in atto da imprese, PA e terzo settore; dall’altro, fornisce un serie di idee, contributi e proposte per tentare di accelerare il percorso dell’innovazione digitale nel Paese.

I primi risultati mostrano che a crescere è solo la spesa nelle tecnologie digitali più innovative, come cloud, business analytics, Big data e AI. Un trend che procede a ritmi sostenuti anche in fasi di flessione dell’economia generale, con tassi che per il 2019 e il 2020 stentano a superare l’1%.

A risentire della stagnazione del PIL, saranno, in modo particolare, gli investimenti in ICT delle PMI, con una crescita complessiva del mercato inferiore rispetto alle previsioni.

Il ritardo italiano è confermato dal “Digital Innovation Index“, elaborato sulla base di una ricerca condotta su un campione di 202 imprese e teso a dare una misura dello stato dell’Innovazione digitale in Italia. Stando a quanto emerse: solo il 19,2% delle imprese intervistate si reputa in una fase di digitalizzazione avanzata; il 52% si colloca in una fase intermedia, e il 28,7% dichiara di essere ancora all’inizio.

Importanti passi in avanti si registrano soprattutto nell’ambito del ricorso a nuove tecnologie. A rendere conto delle attività intraprese in questa direzione, un’Intervista ai CIO e IT Manager e i Business Manager di 187 aziende italiane medio-grandi. Secondo quanto emerso, numerose aziende stanno testando i vantaggi dell’AI applicata al business, e prevedono di raddoppiare l’utilizzo delle tecnologie di AI entro un anno.

Si diffondono, seppur in modo più lento, anche soluzioni come il riconoscimento della voce, di immagini e video, natural language processing, agenti e chatbot, simulazioni avanzate, predizioni analitiche.

Tra i vantaggi citati: l’automazione di processi decisionali, al miglioramento della customer retention, al più facile rilevamento di anomalie e frodi.

A complicare il quadro sulla digitalizzazione in Italia, una importante frammentarietà dell’innovazione nel Paese, caratterizzato da profonde differenze da Regione a Regione e da un buon numero di casi virtuosi che risentono di una forte connotazione locale.

Un cambiamento di rotta è possibile, a patto che i policy maker si facciano carico dell’accelerazione di questi processi, attraverso interventi mirati e tesi, soprattutto, a sostenere le imprese nel processo di digitalizzazione e di avvicinamento all’economia circolare.

Si ritiene necessario, nello specifico:

una politica di investimenti pubblici ad alto moltiplicatore in infrastrutture digitali;
• potenziamento delle politiche industriali di Industria 4.0;
• efficace adozione del procurement pubblico;
• utilizzo del 5G per la trasformazione digitale delle imprese;

Inoltre, in un momento storico in cui benessere e sostenibilità sono avvertiti come fondamentali nel “mercato dei bisogni”, l’innovazione digitale tende sempre di più a convergere con sostenibilità ed economia circolare, in un’ottica di innovability (innovation+sustainability) , formula destinata a rappresentare il futuro dell’economia italiana.