Covid-19: le imprese frenano su Ricerca e sviluppo, nel 2020 investimenti in calo

La crisi economica generata dall’epidemia Covid-19 e conseguente alle misure di contenimento adottate ha inciso in modo determinante sulle dinamiche e le scelte strategiche delle aziende. A farne le spese, anche gli investimenti in R&S: il 44,2% delle imprese prevede di cancellarli. È quanto emerge da un’indagine MET sugli effetti attesi nel post lockdown. 

L’emergenza Covid-19 e le misure di contenimento adottate a tutela della salute pubblica hanno profondamente trasformato lo scenario in cui le imprese si trovano ad operare, determinando importanti cambiamenti rispetto alle scelte strategiche delle aziende.

A farne le spese sono stati, soprattutto, gli investimenti destinati ai progetti di Ricerca e Sviluppo che, dal 2011, erano stati protagonisti di un’apprezzabile accelerazione. Una notizia poco incoraggiante sia per la competitività delle singole imprese che, più in generale, del sistema Paese. Lo rivela l’Indagine MET  Covid-19 sulle previsioni delle imprese italiane rispetto agli effetti economici della pandemia.

I principali risultati su Ricerca e Innovatività

Secondo quanto rilevato dagli analisti MET, “le imprese con meno di 10 addetti impegnate in attività di R&S prima della pandemia sembrano vivere la criticità con grandissima preoccupazione e con previsioni di fatturato leggermente più negative della media. 

La crisi economica seguita all’emergenza ha determinato per tutti un significativo cambiamento dei programmi di ricerca rispetto allo scenario pre-crisi. “Il 44,2% dei soggetti che aveva programmi di R&D prima, prevede di cancellarli. Si tratta di dati più pronunciati per le microimprese (- 48%), che tuttavia risultano molto importanti anche per tutte le altre classi dimensionali, per cui si registrano valori compresi tra il -24% e il -34%.

La negatività delle previsioni si attenua rispetto all’aspetto occupazionale: in media, chi fa ricerca prevede un calo dell’occupazione di circa tre punti e mezzo in meno, in un anno, rispetto alle imprese che non ne fanno(-6,7% contro il -9,2%). Gli effetti più elevati si registrano nelle regioni meridionali dove chi realizza R&S prevede un calo occupazionale di oltre il 50% inferiore rispetto agli altri.

Il dato trova spiegazione nella maggiore rilevanza delle risorse umane qualificate usate in queste attività, difficili da sostituire e che costituiscono parte integrante dei vantaggi competitivi delle aziende impegnate nella ricerca.