Covid-19; aziende e ICT: in Italia la domanda si mantiene stabile, complice lo Smart Working

L’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova i settori produttivi, le aziende tuttavia non rinunciano agli investimenti in ICT, che si configura come uno dei comparti dalla tenuta più stabile. Le previsioni di spesa delle imprese italiane in soluzioni tecnologiche rimangono sostanzialmente invariate. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto da The Innovation Group, sull’impatto dell’emergenza e dell’adozione dello Smart Working sul business aziendale.

L’emergenza Covid-19 e le misure di contenimento adottate per contenerne la diffusione, hanno trascinato il Paese in un’instabilità economica senza precedenti, determinando una sofferenza generalizzata di tutti i settori produttivi, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta.

Tuttavia, gli impatti dell’emergenza non si sono abbattuti con egual intensità e grado su tutti i comparti della produzione. La domanda di ICT, ad esempio, sta dimostrando una buona tenuta anche in tempo di Covid. Nonostante la riduzione delle entrate imponga come necessaria una revisione dei piani di investimento, numerose imprese italiane continuano a rinnovare la loro propensione alla spesa IT.

È quanto emerge dal sondaggio “Impatto dell’emergenza Coronavirus e Smart Working” – condotta da The Innovation Group su 99 aziende italiane tra marzo e aprile 2020 – nel tentativo di quantificare la portata degli impatti che l’emergenza e il massiccio ricorso allo Smart Working stanno determinando sul business aziendale e sulle previsioni di spesa IT.

Il 31% delle aziende intervistate, nel 2020, prevede un incremento, seppur parziale, del budget IT. Per il 3%, inoltre, che gli investimenti in soluzioni tecnologiche aumenteranno in modo significativo. Il 23% manterrà il budget IT invariato, un altro 23% prevede una parziale riduzione e solo per il 6% la contrazione degli investimenti sarà significativa.

Le previsioni di spesa, in sostanza, appaiono invariate rispetto a quanto espresso dalle aziende italiane prima dell’avvento della situazione di emergenza.

Ma, come spiegare la tenuta dell’ICT nonostante l’imperversare della crisi sul tessuto imprenditoriale del Paese? La risposta sta, in primo luogo, nella necessità imposta dalla crisi, di rivedere i modelli di business per rispondere con efficacia alle sfide poste dall’emergenza, individuando nuovi modelli e nuovi strumenti organizzativi.

È in questo scenario che si inscrive il massiccio ricorso allo Smart Working e all’implementazione di soluzioni tecnologiche nelle aziende, capaci di apportare valore aggiunto nella capacità di reazione e di tenuta di fronte all’emergenza.

Dall’indagine emerge che dal 2019 al 2020, la spesa in Smart Working da parte delle aziende italiane è aumentata del 19%, con investimenti che nel 2020 hanno toccato quota 96 mila euro a fronte degli 81 mila impiegati nel 2019.

Nello stesso periodo è diminuita del 53% la percentuale di quanti dichiarano di destinare allo Smart Working un budget di meno di 10.000 euro a favore di chi prevede una spesa compresa tra 10.000 e 50.000 euro (+108% su base annua).

In particolare, gli investimenti connessi all’introduzione dello Smart Working, per il 67% del campione hanno riguardato Pc, laptop, notebook e desktop, e per il 49% software e strumenti di collaborazione.In più, oltre il 40% delle aziende intervistate ha investito in strumenti e servizi di sicurezza informatica, in ambito mobile e in infrastruttura TLC.