Big Data, in arrivo Linee guida di policy di AGCM, AGCOM e Garante privacy

In arrivo le Linee guida di cooperazione e le raccomandazioni di policy su Big Data ed economia digitale. Questo, il risultato di un’indagine conoscitiva avviata da AGCM, AGCOM e Garante della privacy sulle implicazioni del fenomeno Big Data in merito a tutela dei consumatori e del mercato, antitrust, regolamentazione e modalità di gestione dei dati. L’obiettivo, la costruzione di azioni congiunte per la protezione e la gestione di dati personali. La soluzione, il rafforzamento della cooperazione tra le Autorità interessate

In arrivo le Linee guida di cooperazione e le raccomandazioni di policy su Big Data ed economia digitale. Questo, il risultato di un’indagine conoscitiva avviata da AGCM, AGCOM e Garante della privacy sulle implicazioni del fenomeno Big Data in merito a tutela dei consumatori e del mercato, antitrust, regolamentazione e modalità di gestione dei dati. L’obiettivo, la costruzione di azioni congiunte per la protezione e la gestione di dati personali. La soluzione, il rafforzamento della cooperazione tra le Autorità interessate

Pubblicato un documento sintetico contenente un ‘anticipazione sulle Linee Guida e sulle raccomandazioni di policy su Big Data ed economia digitale. A stilarle, le Autorità di garanzia AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato; AGCOM – Autorità per le garanzie dei consumatori e Garante per la protezione dei dati, a seguito di un’indagine conoscitiva sul fenomeno Big Data, il processo di digitalizzazione economica e gli effetti sugli utenti-consumatori e mercato.

Oggetto della ricerca, avviata a partire dal 30 maggio 2017, è stata la propensione da parte degli utenti a consentire l’utilizzo dei propri dati e, in particolare, le implicazioni in termini di privacy, tutela, regolamentazione, antitrust, gestione dei Big Data, controllo dei Big Tech e sviluppo dell’economia digitale. Emerge la natura trasversale delle problematiche relative all’economia digitale e la necessità di attivare soluzioni coordinate per la protezione, la gestione e l’accesso di dati personali e di assicurare la competitività del mercato attraverso l’elaborazione di una politica pubblica su Big Data e economia digitale sempre più efficace.

La digitalizzazione si pone, oggi, come un passaggio indispensabile per la crescita di ogni Paese. I Big Data, oltre che toccare l’economia nel suo complesso, investono in modo evidente anche la società ed il concetto di democrazia. La disponibilità del dato conduce lo scenario economico verso un approccio sempre più data-driven, sia nei processi decisionali che predittivi dei mercati. Benessere del consumatore ed efficienza del mercato, risultano più che mai, strettamente correlati all’utilizzo dei dati. A fronte di un simile scenario, è compito delle tre Autorità di garanzia, nel rispetto delle reciproche competenze, di cooperare al fine di fronteggiare le criticità che il fenomeno Big Data comporta attraverso l’individuazione degli strumenti più appropriati.

Pubblicato un documento sintetico sulle Linee guida e le raccomandazioni di policy che le tra Autorità intendono adottare. Di seguito, un’anticipazione:

  • Promozione di un quadro normativo appropriato volto alla promozione dell’effettiva trasparenza nell’utilizzo delle informazioni personali

Nell’utilizzo dei Big Data si dischiude un grande potere e una notevole quantità di rischi. Concorrenza sleale, violazione dei dati personali e mancato pluralismo informativo si delineano come le principali insidie determinate dal fenomeno. A detenere tutto il potere sono le Big Tech, grandi operatori digitali che dispongono di enormi volumi di dati (personali e non personali, strutturali e non strutturali) che, una volta analizzati ed elaborati, possono essere sfruttati economicamente attraverso la proliferazione algoritmica a fini commerciali. Si tratta di una condotta insidiosa capace di determinare pericolose implicazioni come la concentrazione di potere di mercato e l’aumento del rischio di violazione dei diritti fondamentali del consumatore, di libertà e di democrazia. Da qui, la necessità di adottare misure stringenti in grado di salvaguardare trasparenza e liceità nell’utilizzo di dati personali.

  • Rafforzamento della cooperazione internazionale sul disegno di policy per la risoluzione di problematiche di carattere sovra-nazionale sul governo dei Big Data

La globalizzazione del digitale e la crescente interdipendenza di sistemi economici e mercati fa si che le implicazioni connesse al fenomeno Big Data assumano una connotazione sovra-nazionale. Ciò costringe le Autorità di vigilanza ad una stretta cooperazione anche in ambito europeo. A tal fine, si è già ricorso ad azioni di coordinamento ed interazione. A livello europeo, ad esempio, l’AGCM aderisce alla Rete Europea della Concorrenza (European Competition Network – ECN) ed al gruppo di lavoro ECN – Digital Market impegnato a  promuovere momenti di cooperazione tra le Autorità degli Stati Membri.
AGCOM, inoltre, è coinvolta nelle attività promosse dall’Agenzia BEREC rispetto all’applicazione della normativa EU relativa al mercato unico per le comunicazioni elettroniche. Tra le misure attuate in ambito europeo, anche l’istituzione della Digital Clearing House preposta alla valutazione delle implicazioni dei Big Data in termini di tutela del consumatore,  concorrenza e  protezione dei dati personali.

In ambito extra-europeo, la cooperazione multilaterale tra le Autorità di garanzia è esercitata attraverso istituzioni quali l’OCSE – Organismo per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico; ICN – International Competition Network e UNCTAD – United Nations Conference on trade and Development.

  • Promozione di una policy unica e trasparente rispetto all’estrazione, l’accessibilità e l’utilizzo di dati pubblici a vantaggio di imprese e cittadini e adeguamento alle norme europee vigenti

Lo sfruttamento dei Big Data risulta importante e prezioso anche per le Istituzioni e gli enti pubblici che, non a caso, vi fanno ampio ricorso nel perseguimento di finalità istituzionali. Compito delle Autorità preposte al controllo, sarà quello di vigilare sulla modalità e la gestione dei dati raccolti. Le stesse istituzioni dovranno assicurarsi che il ricorso ai Big Data avvenga nel rispetto della normativa vigente del GDPR.

  • Riduzione delle asimmetrie informative tra utenti e informatori e tra le grandi piattaforme e gli operatori che ne fanno uso, su modalità e finalità della raccolta dati

Risulta necessario intervenire nella relazione tra utenti e operatori digitali attraverso l’elaborazione di una policy volta ad eliminare l’evidente asimmetria informativa che lo caratterizza sulle modalità di raccolta e di utilizzo dei dati. L’utente-consumatore dovrà essere informato non solo rispetto alle modalità di impiego dei dati ceduti nel momento di fruizione del servizio, ma anche rispetto alle finalità della raccolta. L’informazione dovrà essere adeguata, puntuale e tempestiva, per consentire all’utente di esercitare in modo consapevole le operazioni di cessione del dato e le scelte di acquisto del servizio.

La parità del rapporto dovrà essere assicurata anche rispetto alla relazione tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che si avvalgono di tali piattaforme, attraverso l’attivazione di una policy atta a garantire una maggiore trasparenza dei criteri con cui sono analizzati ed elaborati i dati e a favorire l’ingresso di nuovi intermediari dei dati che, su mandato degli utenti e nel rispetto della normativa, possano contrattare sul valore del dato e sul suo uso commerciale.

A tal fine, si richiede una policy incentrata sulla portabilità e sulla mobilità dei dati tra diverse piattaforme, che preveda l’adozione di standard aperti e interoperabili per favorire competitività, la diminuzione di una concorrenza sleale e l’effettiva tutela degli interessi dell’utente-consumatore.

  • Promozione e garanzia di pluralismo, trasparenza nella selezione dei contenuti e consapevolezza degli utenti rispetto alle informazioni ricevute on-line

La rete è caratterizzata da una forte disinformazione che condiziona la formazione del libero pensiero e le scelte del cittadino, soprattutto in ambito politico. A tale riguardo, negli ultimi anni, sia la Commissione europea che l’AGCom hanno dato vita ad un percorso di auto-regolazione e di co-regolamentazione teso a responsabilizzare la società e le piattaforme tecnologiche in favore della correttezza, completezza, verificabilità e non discriminatorietà dell’informazione accessibile on-line. L’overload informativo e la circolazione sempre più frequente di fake news, risultano connessi a comportamenti on-line quali la profilazione algoritmica nella selezione dei contenuti. Va da sé che una policy mirata al corretto utilizzo dei Big Data debba necessariamente considerare gli algoritmi a fini commerciali, attraverso l’elaborazione di misure atte a disciplinarne le modalità di utilizzo e la trasparenza.

  • Attivazione di un’adeguata attività di advocacy e di un coordinamento permanete tra le Autorità di garanzia 

A fronte dell’ampiezza e della trasversalità delle problematiche emergenti dal fenomeno Big Data, l’attivazione di una politica pubblica sui Big Data e sull’economia digitale che possa dirsi efficiente ed efficace, dovrà contare su un coordinamento permanente tra le Autorità preposte alle attività di garanzia e di controllo. Nello specifico, le attività di cooperazione dovranno perseguire le seguenti finalità:

  • Garantire la competitività del sistema economico e la tutela dell’utente/consumatore, assicurando qualità dei servizi, innovazione ed equità;
  • Favorire la diffusione di una cultura digitale in grado di emancipare la società in merito ai benefici e ai rischi che l’economia digitale comporta;
  • Favorire l’accesso ai dati di un’impresa in posizione dominante indispensabili e non agevolmente duplicabili al fine di garantire la concorrenza in uno o più mercati in cui la medesima impresa è attiva;
  • Garantire l’accesso ai dati nell’interesse generale, attraverso la previsione di regolazioni settoriali che permettano allo Stato di accedere a banche dati raccolte da imprese private, utili per ragioni di salute pubblica, ambientali, di sicurezza o di mobilità,evitando duplicazioni inutili e costose di dati già disponibili.